1. |
Si, mi chiamano Jeippi
01:05
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egli non si esibisce, e perciò risplende
(他执行,因此,照)
Si, mi chiamano Jeippi.
Vivo per non fare e non desiderar..
esco senza uscir..
conosco il mondo senza vederlo girar
Sento l'istante che
non scorre ma riflette l'eternità
..altro di me io non le saprei narrare.
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2. |
Saliva e miele
04:10
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Dovete ingabbiare i vostri figli
per vederli giocare
Vi vendono sostanze
che ostruiscono le arterie.
Venite al mondo per vivere
ma vivete per lavorare
non comprendete che le parentele
possono esser deleterie.
Ho conservato una pianta
per poterla respirare,
ho costruito un tempio di saliva e miele,
ho distrutto le apparenze che
mi potessero deviare,
ogni notte sogno un mondo illuminato da candele.
Siete voi miliardi che credete ancora in Dio,
non conoscendo la meraviglia delle stringhe.
Potreste con la mente rinunciare alla paura dell'oblio
e con le mani poi rinchiuderla in siringhe.
Ne ho visti di guerrieri difendere il mio nido
e nobili regine proteggerne il futuro.
Son messaggero delle Muse e fratello di Cupido,
non saprei cosa farmene di un Dio idrocarburo.
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3. |
Multiverso
03:05
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Multiverso che respira
e sospinge questa schiera
di badanti e di briganti,
cosa vuoi?
I bosoni e i fermioni
sono i dadi del destino,
dietro quella porta chiusa
cosa c'è?
La realtà non è mai unica.
Paradossi e possibilità per noi,
si aprono.
Le realtà, le irrealtà.
Sono un prete, un futurista,
alpinista senza mete
sono un noto fiscalista
un taoista senza sete.
Sono un paria, un architetto,
un malato di malaria,
sono il grande Pistoletto,
un albino di Pretoria.
Sono un baro, un eremita,
il guardiano dentro un faro,
sono un arabo sunnita
o un vecchio carbonaro.
Le realtà, le irrealtà, paradossi e possibilità.
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4. |
Barbe
04:10
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Vorrei le dita di Keith Jarrett,
un cervello per ciascuno
e i neuroni di Leo Messi
per anticipare il tempo.
Memento mei, stavolta.
Vorrei anch'io le cicatrici
di un sicario colombiano
e le vesti rosso fuoco
di un buddista tibetano,
vorrei anch'io le mani calme
di un'ostetrica gentile
e almeno un'occhio di Tiziano
per vedere un altro cielo.
Ma quella pelle pallida sempre pallida sarà
e la barba di tuo padre sempre più ruvida.
Quelle dita e quei neuroni sono unici lo sai?
Non desiderare un occhio che già hai.
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5. |
Aprile 2055
03:10
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Dopo il crollo orientale,
durante l'imperialismo digitale,
ad aprile era già estate,
le iguane regine incontrastate.
L'esercito degli agricoltori riuniti
raccolse gli ultimi avvocati denutriti,
intanto tutti i cani liberati
si uccisero per la felicità.
I sorridenti vennero scacciati,
i video artisti lapidati,
i cattolici curati,
noi provinciali diventammo caporali.
Venezia, grande sogno giapponese
si trasformò nella nostra Atlantide.
Venezia, per fortuna son venuto
era di notte su una nave virtuale.
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